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“Non mi viene… e adesso?” – 5 modi per prendere lo studio con filosofia

Quando si intraprende un nuovo percorso formativo, una nuova attività, o si cerca di introdurre nella nostra vita una nuova abitudine che ci permetta di migliorare la nostra vita, i primi passi sono tendenzialmente i più facili. Siamo pieni di entusiasmo e di aspettative, la motivazione è alle stelle; siamo fieri di noi stessi per aver finalmente superato quel blocco iniziale del “non so se fa per me”, “magari non sono in grado di farlo”. Magari si vedono già i primi piccoli risultati e nulla sembra ci possa fermare.

Si tratta di un’energia prorompente, di un’ondata di ottimismo che scaturisce dal’aver fatto il primo passo, di aver agito, magari dopo lunghi e ripetuti tentennamenti. Ma quest’energia è tanto potente quanto temporanea: prima o poi, ma non troppo tardi, iniziamo a scontrarci con le prime difficoltà e la domanda che subito “bussa” alla nostra testa è “ecco, lo sapevo, non ce la farò mai”.

Senza parlare del fatto che la frustrazione è direttamente proporzionale alla quantità di tempo e di energie fisiche e mentali che stiamo investendo nel nostro progetto.

Ma ecco una buona notizia: quell’irresistibile energia positiva che provavamo all’inizio può essere ricreata. 

Quando i nostri risultati iniziano a non soddisfarci e vorremmo fare quel passo in più per andare avanti la nostra mente si affolla di convinzioni sabotanti: quella di non avere le doti necessarie, o ancora peggio di essere negati; di essersi illusi di poter fare qualcosa che non è alla nostra portata; di essere troppo ingenui e di dover impegnarsi di più, studiare di più, fare di più, o ancora di non aver seguito il “metodo giusto”.

Questi pensieri che minano costantemente la nostra autostima in molti casi sono il frutto di un’idea sbagliata su come funzioni il processo di miglioramento o apprendimento. Siamo convinti che, se ci impegniamo ogni giorno con la medesima costanza, avremo dei risultati con una frequenza costante ed omogenea. In altre parole pensiamo che se studiamo “10” ogni giorno, in dieci giorni otterremo “100”. Ed è proprio qui il malinteso: non siamo macchine!

Il processo di apprendimento segue schemi decisamente imprevedibili e quasi sempre il fatto di essere costanti nel proprio allenamento non gioca un grande ruolo. Chiariamoci: ovviamente la costanza è indispensabile per raggiungere risultati a lungo termine, tuttavia non porta automaticamente ai risultati che vogliamo nei tempi che ci aspettiamo.

È proprio qui che diventa essenziale ricreare quella energia dei primi giorni. Non parlo di motivazione: quella è la “spintarella” che ci siamo dati all’inizio, quella che ci ha fatto salire a bordo, ora a bordo ci siamo già da un po’, e lei ormai è ben lontana dal poterci aiutare. Ci serve una vera formula magica: “abbi fiducia nel processo”, o, se preferisci l’originale, “trust the process”.

Ma che cosa significa concretamente “fiducia nel processo”? Vuol dire accantonare per un po’ i pensieri negativi e semplicemente continuare a “fare”, senza rimuginarci troppo. Vuol dire affrontare con saggezza e maturità il fatto che il “tutto e subito” non porta a nulla di buono e duraturo. Significa fidarsi di noi stessi, del nostro cuore e soprattutto del nostro cervello.

Eccoti quindi le mie 5 strategie (concrete) per “fidarti del processo” e vivere il tuo percorso con rinnovata energia:

1. Non abbatterti. Quando quel passaggio proprio non ti riesce ricordati che è un foglio di carta stampato. Non credo sia il caso di farsi rovinare la giornata da un foglio di carta.

2. Non incaponirti. Non è detto che se non viene oggi al decimo tentativo domani non possa venirti al terzo. Anzi, credimi, di solito è proprio il contrario.

3. Non chiederti “perché”. “Perché non mi viene?” e frasi analoghe sono le più subdole tra i pensieri autosabotanti: innanzitutto perché la risposta non te la puoi dare da solo, ma soprattutto, diciamocelo, a che cosa serve chiedersi il motivo se non a perdere tempo ed energie su ciò che non va? Invece di sfinirti nel cercare l’origine dei tuoi blocchi, trova qualcuno che possa dare una risposta alla tua domanda e fatti consigliare una soluzione.

4. Rispetta i tuoi ritmi. Ognuno è diverso, anzi, ognuno è unico! C’è chi è fatto per le maratone e chi per i cento metri. Mia sorella appartiene alla prima categoria, io alla seconda. Lei ha il libretto universitario pieno di trenta e lode che io non ho mai visto neanche in cartolina.

5. Sii comprensivo nei tuoi confronti quando hai delle giornate o dei momenti “no”. L’imprevedibilità del processo non è solo in negativo; io stessa mi sono stupita spesso di come un brano studiato a lungo e con insistenza e abbandonato per qualche tempo possa dimostrarsi molto più semplice e fluido dopo due settimane o un mese.

Studiare, migliorarsi, allenarsi, imparare diventano così non solo un arricchimento impagabile, ma anche un modo per scoprirsi e capirsi di più e meglio; si mette in moto un circolo virtuoso di acquisizione di conoscenze ma anche di competenze. È un vero e proprio viaggio di crescita personale. Come dice quel proverbio: a volte il viaggio vale più della meta.

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